Beat a Cinecittà

Colonne sonore strumentali groovy di fine anni '60


Tra il 1967 e il 1973, negli anni d’oro di Cinecittà, qualunque film girato in quei leggendari studi non poteva non prevedere almeno una sequenza ambientata in discoteca o in un qualche altro tipo di locale notturno. Per sonorizzare quelle scene, i nostri compositori si erano inventati un sound particolarmente groovy e ballabile, rigorosamente strumentale, qua e là impreziosito da accattivanti interventi vocali, spesso ad opera dell’onnipresente coro de I Cantori Moderni di Alessandroni.


Ad ispirarli era soprattutto il ritmo giovanissimo che andava di moda nei locali come il Piper Club di Roma, dove si ballava lo shake, un misto tra soul, beat e rhythm’n’blues assolutamente ossessivo e scatenato, e che i nostri contaminavano a loro volta con l’amatissimo jazz, matrice tipica della loro cultura.
Il risultato è una sonorità unica e inconfondibile, fatta di hammond fiammeggianti e chitarre elettriche fuzz. Un suono che incarna perfettamente l’estetica lounge e cocktail di un certo cinema italiano, fatta di luci soffuse e colorate, oggetti di design, auto sportive e un’atmosfera che trasuda stile a non finire, tra dolcevita, sigarette e J&B come se non ci fosse un domani.


Siete pronti a lasciarvi trasportare dal ritmo irresistibile della swinging Rome?

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