Silvano D’Auria
Compositore e produttore
I rapporti tra il pianista, compositore e produttore Silvano D’Auria (Ascoli Piceno, 1944) e il cinema italiano sono circoscritti a due soli film, diretti entrambi da Nardo Bonomi. Il musicista ascolano, ex-leader dei D’Auria, un gruppo beat-prog che aveva girato la penisola tra locali e musica da ballo fino al 1971, fa il suo ingresso nel giro del cinema grazie a un amico, l’operatore Claudio Speranza, che lo presenta a Bonomi proprio mentre è in corso la realizzazione del suo secondo film, La mano lunga del padrino, un mafia-movie con Adolfo Celi, Erika Blanc e Peter Lee Lawrence.
Per l’elaborazione della colonna sonora, il giovane compositore non si limita solo alla scrittura del tema principale, come invece capita spesso a molti suoi colleghi ben più blasonati, ma libera la sua fantasia a 360°, arrivando a scrivere diversi temi per varie situazioni e personaggi del film. La confezione finale vede il coinvolgimento di Giacomo Dell’Orso nelle vesti di arrangiatore, direttore d’orchestra e “factotum” (è lui a trovare lo studio di registrazione e a far vocalizzare la moglie, la soprano Edda Dell’Orso, in diversi brani con il suo stile unico e inconfondibile).
Il risultato è sbalorditivo. I temi sono esemplari, la qualità dell’esecuzione alta e professionale, tra baroque-jazz, chitarre fuzz, flauti psichedelici, archi e strumentazioni orchestrali, e con l’immancabile coro dei Cantori Moderni di Alessandroni.
D’Auria lavorerà ancora con Bonomi nel 1974 per la colonna sonora del misteriosissimo Sortilegio, film mai distribuito (forse nemmeno mai ultimato dalla produzione) e oggi considerato perduto, il cui girato risale a qualche tempo prima de La mano lunga del padrino. Anche in questo caso, si tratta di un lavoro davvero eccezionale, con atmosfere inquietanti e ritmiche groovy, che dimostrano la predisposizione del compositore per la musica per immagini.
La sua carriera da compositore di musica da film si chiude qui, prima ancora di cominciare, per dedicarsi con successo alla produzione artistica prima per la casa discografica RCA a Roma, e poi alla Numero Uno di Mogol e Battisti, a Milano.
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